MOSTRA PITTORICA "UN PEZZO DI CIELO" "PREMIO ROMA"

Collettiva nazionale di arte contemporanea

"Un pezzo di cielo" è il titolo di questa collettiva artistica che rispecchia evidentemente l'esigenza del non arrendersi, del guardare oltre.

Poter arrivare a toccare un pezzo di cielo sembrerebbe qualcosa di inarrivabile, è un' aspirazione che ci spinge a mirare in alto, a sfidare gli orizzonti che ci sono stati prospettati.

Trovo in questo senso, un forte legame tra la scelta di una esposizione artistica e lo scopo che si prefigge la manifestazione organizzata dall'associazione "amici del risveglio". Infatti, così come nella difficoltà, che la vita ci propone, si trova la forza di credere, di ricercare, e di trovare una soluzione; così anche nell'arte, c'è la continua ricerca di un "pezzo di cielo", di qualcosa che superi il limite, le aspettative ormai consolidate, di qualcosa che riesca a creare un ponte comunicativo tra la realizzazione concreta dell'oggetto d'arte e il mondo delle idee.

E così, gli artisti che partecipano a questa esposizione armati delle più svariate strumentazioni, e tecniche hanno realizzato la loro sfida.

Da una rapida visione d'insieme già ci si accorge dell'eterogeneità dei lavori presenti, per tecnica, dimensione, soggetto.

Possiamo affrontare la nostra passeggiata visiva per generi :

Partiamo dal paesaggio.

Nella rosa di opere paesaggistiche proposte, troviamo diverse scelte comunicative.

Dalla volontà, come nel caso del dipinto della Piacentini, di rendere nitidamente la perfezione monumentale della Natura, nei confronti della quale grandiosità, riecheggiano in noi osservatori sentimenti di divinità, sensazioni di percezione di qualcosa di più alto e più grande, alla scelta di rendere con colpi corposi, veloci, un abbozzo di quello che potrebbe essere un paesaggio filtrato dai ricordi, o dalle sensazioni del momento compositivo.

Se da un lato, quest'ultima scelta espressiva, elimina la nitidezza della rappresentazione del luogo, dall'altro lo carica di significato; come ad esempio un senso di moto, o di spensieratezza, un sentimento di gioia affidato alla forza del colore, alla luminosità delle campiture, come nel caso di Salvini, Riposati, Cuba.

Il paesaggio addirittura diventa trittico, nelle opere di Paola Meneghetti, che ci offre una visione comparativa di luoghi che se pur diversi, ci sembrano familiari tra loro, perchè accomunati dal colore che l'artista sceglie per la serie e da elementi che ritornano, come il mare blu, o la rotonda luna, quasi a voler sottolineare l'appartenenza dell'uno alla serie dei tre pezzi. Come un marchio di riconoscimento.

Se affidiamo invece la forza rievocativa del paesaggio al colore arriviamo fino scarnificazione e quasi astrazione attraverso l'uso di materiale filiforme colorato, come nel caso di Maria Grazia Pavia.


Dai paesaggi alle vedute cittadine.

Città reali e città immaginarie, città eterne e eternamene oggetto di studi, prospettive, visioni. E' il caso di Venezia.

La città sospesa sull'acqua è rappresentata da due tele d'autore.

Da una parte abbiamo una veduta parziale della città, inquadrata con una visione obliqua rispetto al soggetto centrale della rappresentazione,il ponte di Rialto, dove la sapiente tecnica pittorica di Privitera affida ai colori grigi e ombrosi la capacità di rendere l'atmosfera notturna, rafforzata dalle architetture che popolano i vicoli e i canali veneziani, e anche l'atmosfera decadente che talvolta la città assume.

Il quadro è un pezzo di alto pregio, come lo è la diversa veduta che ci offre Dogi, che con una scelta completamente diversa, decide di offrirci una visione d' insieme della città, che sembra reggere su opposizioni di forze tra fasce orizzontali delineate dal mare e dal profilo della città, e verticali degli edifici,del campanile.

La realizzazione è affrontata con una scelta di colori non consueta, ma di sicuro effetto, nel ricordare i giochi coloristici che la luce del sole determina con i fenomeni di riflessione tra lo specchio d’acqua marina e la città.

Da una città senza tempo, ad una città vista oggi, Altamura, ritratta nel momento in cui i suoi alti palazzi, sovrastano la zona verde e accentrano l’attenzione dello sguardo, grazie al bianco che si staglia sullo sfondo, e alla composizione reticolare dell’alzato.

Remo Fontana per i palazzi di Altamura usa una tecnica a stoffa e plastica, utilizzando anche la diversa matericità degli elementi usati per sottolineare le diverse caratteristiche dei soggetti rappresentati.

I nuovi simboli delle città moderne : i palazzi di vetro e le parabole che sovrastano ormai ogni abitazione, segno di una comunicazione che sempre più è satellitare e sempre meno è personale,vengono ostentati in “Metropolis di Calogero Carbone”. Questa città infatti è vuota, desolata, priva di abitanti.


Dall’esterno di una città all’interno di un’abitazione, dove custodito dall’ambiente chiuso e familiare il corpo si denuda e si confronta con le proprie proiezioni, al di fuori dello spazio abitato con una apertura fisica che trasuda serenità, e all’interno, con una chiusura che evoca un intrappolamento.


Il corpo femminile viene invece esposto in maniera irriverente nel dipinto di Novella Parigini, che decide di non effettuare un ritratto, ma di elevare l’un corpo ritratto a simbolo, prediligendone solo una parte frammentaria, quasi innalzandolo alla stregua di tutti i frammenti di torsi rinvenuti negli scavi archeologici e nelle collezioni private. Elemento dissonante però con tale possibile lirismo, è l’aggressività dei colori, che fanno del torso, carne, e non ideale di bellezza.

Contrario è invece l’approccio di Marco Mezzacappa.

Anche se il discorso sulla “carnalità” appartiene alla sua ricerca artistica, in questa esposizione partecipa con un ritratto, il ritratto di Giuseppe Caratozzolo, che pur nella sua semplicità dello sfondo uniforme si distingue per la ricercatezza dell’incarnato, per la plasticità del volto, illuminato e ripreso quasi come in una fototessera.


Corpi, molti corpi, quelli che vediamo nel quadro di Colosso, che sembrano arrampicarsi su di un enorme albero della cuccagna. Ma poi il colore acido dei personaggi, le posizioni dei corpi, le movenze disperate, accendono un campanello di allarme. Ci viene incontro allora lo sfondo, che rivela un paesaggio desolato, un insieme di strutture che ricordano un accampamento, rosso come la luna che in stato di eclissi sembra quasi testimoniare l’accadimento di un fatto straordinario. I corpi che abbiamo visto dimenarsi, arampicarsi, quasi per gioco ad una visione più attenta ci comunicano un tentativo di salvezza.


Superare il limite, andare oltre ciò che è convenzionale, cercare di raggiungere “un pezzo di cielo”, dicevamo, e allora la tela diventa testimone, una traccia di un gesto, di una scarica di tensione acumulata nell’artista che lo porta ad utilizzare i materiali di lavoro i maniera non consueta, non figurativa. E allora il colore cola, schizza, di stende, si addensa, in un modo non completamente deciso dall’artista,

ma influenzata dal caso. Non casualmente capitata, bensì voluta, così vanno lette le opere informali di Tizia Monoscalco, che si diverte a effettuare assemblaggi di materiali diversi e disparati per rivelare nuove relazioni tra le cose.

Poi tanti omaggi ad opere famose, il ritratto di Giulio II di Raffaello, il canestro di frutta di Canova, un omaggio a De Chirico e ai suoi esterni metafisici.

Proprio di questo artista, Giorgio De Chirico, la collettiva possiede un’ opera.

Una stampa litografica, autografa del celebre artista.

Si tratta di una litografia probabilmente del 1968, anno in cui De Chirico si dedica nuovamente a questa forma d’arte, e realizza alcune illustrazioni per la traduzione dell’Iliade di Quasimodo.

Per concludere, una delle artiste più generose della mostra, che ha donato ben sei pezzi per questa collettiva.

Sabrina De Floris. Le sue opere sono di immediata comunicazione, pur se diverse tra loro per stesura di colore e soggetti. Il suo è un figurativo che non riproduce la realtà, ma un sentimento, uno stato d’animo, un processo.

Tra le altre è molto suggestiva la figura femminile con le ali, quasi un moderno Icaro.

Un antieroe con la gonna, che rivela a chi lo guarda il motivo della sua debolezza, il problema che le impedisce di spiccare il volo…una rete metallica. Che non sembra imprigionare, ma far parte della natura delle ali, una sorta di gene malato, di difetto congenito.

Sua anche l’opera che apre l’esposizione e le da il nome: “un pezzo di cielo”.


Marianna Cozzuto

Un grande momento per la nostra Associazione è stata l’adesione di un vasto gruppo di artisti e galleristi d’arte contemporanea, all’idea d’una importante Mostra Pittorica. Hanno partecipato, infatti alla creazione dell’evento denominato:“Un Pezzo di Cielo” grandi firme dell‘arte e del collezionismo nazionale.

Nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei malati in coma e per raccogliere fondi da destinarsi all’acquisto di una nostra ambulanza, la mostra ha assunto una diversa finalità quando l’Associazione ha sposato il caso di Emanuele Lo Bue. Il bambino, ricoverato in Florida presso il Centro Therapies4kids, attualmente è sottoposto ad una terapia efficace ma costosissima.

I genitori, con una raccolta individuale hanno raggiunto un terzo della cifra occorrente e quindi il piccolo Emanuele per questo motivo potrebbe non completare il ciclo di cure. Al fine proprio di far terminare le cure al bambino, la nostra Associazione ha deciso di devolvere l’intero ricavato della vendita della Mostra Pittorica al fondo raccolta per Emanuele Lo Bue.


Inaugurata il 23 giugno u.s. presso il salone dei ricevimenti del Comando Unità Mobili e Specializzate Carabinieri Palidoro Caserma V. Brig. M.O.V.M. Salvo D’Acquisto in Viale Tor di Quinto 119, la Mostra “Un Pezzo di Cielo” proseguirà il suo lungo cammino in giro per l’Italia fin quando non saranno vendute tutte le opere. Nel corso della cerimonia ufficiale di inaugurazione presenziata dal Generale di Corpo D’Armata dell’Arma Carabinieri Michele Franzè, dal Colonnello Cicerone dell’Aeronautica Militare e del nostro Presidente Donna Maria Rosaria Parisi vedova del compianto Capo della Polizia Vincenzo Parisi e dei Presidenti delle Associazioni Combattenti dell’Esercito e dei Carabinieri si è dato luogo all’apertura della Cerimonia ufficiale ed alla presentazione del nostro Calendario 2009, questa volta tutto improntato agli artisti partecipanti alla mostra. Dopo i discorsi di rito coordinati dal cerimoniere Maurizio Prosperi, il Critico d’Arte la Dottoressa Marianna Cozzuto curatrice di eventi artistici e culturali della Capitale, ha brevemente tratteggiato, in una dotta e articolata presentazione artistica, tutte le opere presenti attraverso un unico discorso filologico sulle loro rispettive capacità espressive.

Nell’arco della settimana a seguire l’apertura della mostra, si è riunita la Giuria dello storico “Premio Roma“, che ha visto vincitori tre validi artisti:
1° classificato - Premio Roma 2OO8 - al Prof. Gianni COLOSIO per l’opera intitolata “l’ultima chance”.
2° classificato - Premio Roma 2008 - Maria Grazia LUNGHI per l’opera intitolata “Sogno”
3° classificato - Premio Roma 2008 - Tiziana MONOSCALCO per un gruppo di opere di stile innovativo. La giuria ha infine assegnato tre premi fuori concorso, andati a Sebina MAUCERI - medaglia per la “Figura di Donna“; Giuseppe D’ARRIGO medaglia per l’opera Omaggio a De Chirico; Paola MENEGHETTI per trittici “Paesaggi”.
Chiunque desideri acquistare una o più opere può contattare l'Associazione attraverso la nostra mail: info@amicidelrisveglio.it

Dei quadri venduti sarà reso noto in questo sito il titolo dell'opera ed il realizzo.

Ancora un grazie all'Arma Carabinieri

Mostra Pittorica "UN PEZZO DI CIELO" "PREMIO ROMA"
A conclusione della Mostra Pittorica ed alla consegna dei premi ai vincitori, l’Associazione Internazionale gli Amici del Risveglio ha consegnato al Generale di Corpo d’Armata Michele Franzè una targa d’argento a ricordo della generosa ospitalità della Mostra presso il Comando Unità Mobili e Specializzate Carabinieri “Palidoro” da Lui egregiamente presieduta .
Ecco la lettera di risposta da Lui inviataci:
 
Dicembre 2008
Venduta litografia De Chirico per Euro 1.000,00 (mille) della mostra pittorica "Un pezzo di cielo" Giugno 2008 versate per la raccolta fondi del bambino Emanuele Lo Bue.